Ecco l’innovativa strada musicale in Ungheria che suona una melodia se rispetti il limite di 80 km/h.
Nell’est dell’Ungheria, un tratto di strada tra Felsőzsolca e Sátoraljaújhely si è trasformato in un vero e proprio concerto stradale.
Questo segmento dell’autostrada, conosciuto come “strada musicale“, riproduce la melodia di “Érik a szőlő” (“L’uva sta maturando”). Si tratta di una popolare canzone locale, ma si “avvia” solo se gli automobilisti mantengono una velocità costante di 80 chilometri orari e guidano sul lato destro della carreggiata.
Una strada che “canta” in Ungheria: com’è possibile?
Come riportato da M2o.it, la particolarità di questa strada risiede nella presenza di una fascia zigrinata sull’asfalto. L’attrito generato dal contatto degli pneumatici con questa superficie speciale permette di riprodurre le note della melodia.
Tuttavia, se la velocità non è costante, la musica suonerà distorta, incentivando così i conducenti a rispettare il limite di velocità.
Secondo i report e i video condivisi su TikTok, gli automobilisti sembrano rispondere positivamente a questa novità.
Il desiderio di ascoltare la melodia correttamente sembra effettivamente incoraggiare una guida più attenta e regolata, dimostrando l’efficacia di tale iniziativa nel promuovere la sicurezza stradale.
Non si trovano solo in Ungheria
Questa non è la prima volta che l’Ungheria sperimenta con le strade musicali. La prima simile iniziativa è stata lanciata nel 2020 nel sud del paese, lungo la strada che collega Szigetvár a Balatonszemes.
In questo tratto è possibile ascoltare “A 67-es út” dei Republic se si mantiene una velocità costante. Il concetto di strada musicale, ispirato in qualche modo dai dischi in vinile, utilizza solchi di ampiezze e profondità diverse per creare una serie di note che, al passaggio degli pneumatici, formano una melodia.
Sebbene l’esperimento ungherese sia tra i più conosciuti, il primo esempio di strada musicale risale ai primi anni 2000 in Giappone, sull’isola di Hokkaido. Successivamente, altre nazioni come Danimarca, Corea del Sud e Stati Uniti hanno adottato iniziative simili.
